Gianni Ramberti

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Maggio 21, 2013 di claudiokap

Con Ramberti

Gianni Ramberti, nato a Gattatico (Reggio Emilia) nel 1929, è stato direttore dell’Ufficio Postale di Grizzana fino alla pensione nel 1994. Vive e lavora a Grizzana Morandi. Ha tenuto tre mostre a Grizzana, Dintorni svelati,Luci e colori dell’Appennino grizzanese e Il paesaggio dell’Appennino nei dipinti di Gianni Ramberti. Quello che segue è il testo per una sua opera.

Sono passati quattro anni da quando, grazie ad un gruppo di amici e di estimatori in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e il Centro di documentazione Giorgio Morandi del Comune di Grizzana Morandi, fu possibile ammirare in pubblico le opere di questo artista eclettico che lavora appartato soddisfacendo soprattutto un grande bisogno interiore ma che da sempre, dal suo arrivo a Grizzana nel 1944, annota da testimone attento della vita quotidiana mutamenti e trasformazioni del paese, anche le più intime, nella maniera a lui congeniale, cioè dipingendo con continuità e curando la pittura come una sorta di personale diario che ci restituisce la voglia di osservare il mondo. In questo senso il titolo della prima mostra, Dintorni svelati, rendeva bene l’idea di una meticolosa ricerca sui luoghi della nostra montagna.
Chi ebbe la fortuna di visitare quella esposizione osservò i risultati di una multiforme attività, dai paesaggi alle caricature che, cogliendo eventi importanti e spettacolari del capoluogo testimoniavano con ironia e affetto fatti significativi. In questa sua produzione ha lasciato il segno l’apprendistato giovanile presso la Paul Film, famosa casa di produzione cinematografica modenese specializzata nella pubblicità televisiva. Ma l’attività principale, la produzione più importante, resta quella legata al tema del paesaggio, sui luoghi e sulle orme di un altro illustre grizzanese d’adozione come Giorgio Morandi.
Proprio a Morandi viene istintivo fare un primo accostamento, doveroso e non irriverente, perché dai luoghi morandiani Ramberti trae materia per la sua produzione artistica. Per una singolare fatalità l’arrivo di Ramberti a Grizzana nel luglio ’44 coincide con il ritorno di Morandi a Bologna. E’ una conoscenza solo rinviata nel tempo. Quando l’artista bolognese ritorna ai suoi soggiorni estivi è un succedersi di incontri, passeggiate, conversazioni nel segno di una amicizia e di un rispetto reciproci, all’insegna di un comune sentire la magia grizzanese. E per una naturale consequenzialità, dopo i recenti omaggi di Grizzana a Morandi, nel 1990 per il centenario della nascita e nel 1994 per il trentesimo della morte, si susseguono le due mostre di Gianni Ramberti del 1991 e 1995.
La scelta di preparare una litografia per l’occasione non è casuale; né casuale l’opera prescelta che rappresenta l’entrata dei sudafricani al Comando del Generale Poole a Grizzana il 14 ottobre 1944. Un momento tragico della nostra storia recente che l’autore ha vissuto e che a distanza di mezzo secolo ha deciso di fissare in un quadro di grandi dimensioni, dove il Monte di Stanco mostra le ferite di una dura e incessante battaglia e lungo la via Pietrafitta edifici sventrati vedono i soldati sudafricani sfilare e prendere il controllo del paese mentre militari tedeschi si arrendono.
Il gusto minuzioso dei particolari poi, in special modo nella resa degli automezzi militari che sono un altro genere prediletto da Ramberti, soprattutto i velivoli dei quali è un fine esecutore, non ci fanno però dimenticare i cieli, le case, le chiese, i monti e i boschi, gli alberi nelle diverse stagioni della sua produzione.
Il significativo passo in avanti del suo lavoro è frutto di una ricerca continua, sistematica, e di un animo sensibile che con umiltà e curiosità guarda al futuro con il desiderio di imparare ancora. La sua opera ci aiuta a capire meglio e ad amare di più il nostro territorio, rivelando luoghi incantevoli appena a fianco di strade che meccanicamente percorriamo, abitualmente dominati dall’urgenza e dall’auto senza più scegliere mete alternative dal fascino antico. E d’altra parte questo Appennino non cessa di essere fonte di ispirazione, ammirato, indagato, ripreso e riprodotto nelle più diverse forme artistiche.
Il particolare punto di vista di Ramberti ci fa sorgere il desiderio di vivere in un paese che ci rassomigli. Tornano allora in mente i versi di Baudelaire: “Tutto, laggiù è ordine e bellezza, lusso, calma e voluttà”. Una prospettiva che rivela un eden al nostro sguardo.

Questo il testo che accompagna la litografia.
La divisione corazzata sudafricana entra a Grizzana
Note su un dipinto di guerra realizzato da Gianni Ramberti: “La 6^ divisione corazzata sudafricana al comando del Generale W.H.E. Poole (II corpo della 5^ armata USA) entra a Grizzana il 14 ottobre 1944”.
Quattordicenne all’epoca dell’entrata in Grizzana dell’esercito sudafricano, Gianni Ramberti ha conservato per anni il ricordo di quel momento e la personale predisposizione per la pittura lo ha portato in occasione della sua seconda mostra personale (Luci e colori dell’Appennino grizzanese, 1995) a riportare quell’episodio in un quadro di grandi dimensioni dal quale è stata tratta una riproduzione litografica. L’arrivo di Ramberti a Grizzana nel luglio del 1944 coincide con gli eccidi di Pian di Setta e del Bolzo che anticipano le stragi di Monte Sole e nel 50° della Liberazione la scelta di dedicarsi a questa opera testimonia la sua passione civile che fissa un momento tragico della nostra storia recente. Il monte di Stanco mostra le ferite di una dura e incessante battaglia che i manuali di storia sembrano non accreditare nonostante le testimonianze di Oriano Tassinari Clò in Tavernola e Stanco e di Maria Rabbi nel libro collettivo La guerra nei miei occhi mentre lungo la via Pietrafitta edifici sventrati vedono sfilare i soldati sudafricani che prendono il controllo del paese. Da sempre testimone attento della vita quotidiana l’autore ha curato la pittura come una sorta di diario personale attraverso il quale rileggere il mondo dandoci modo di cogliere, come in questo caso, particolari dimenticati.
Per una singolare coincidenza dopo quella mostra abbiamo ricevuto la visita del sudafricano Terence McComb che aveva combattuto all’epoca sul nostro territorio. Dopo mezzo secolo tornava nei luoghi che lo avevano visto partecipare alla seconda guerra mondiale; ricordava bene la battaglia di Stanco e l’orrore di Creda a Salvaro dove vennero uccisi una settantina di civili e fu ben contento di riportare in Australia, dove si era stabilito dopo la guerra, quella stampa. Al suo ritorno ci scrisse dicendo di averne fatto copie a colori con la traduzione del testo che accompagnava la litografia (Interpretation of screed on back of picture) e di averli spediti come biglietti augurali ai commilitoni con i quali era rimasto in contatto.
All’autore resta il rammarico di aver realizzato quest’opera solo nel 1995; infatti avrebbe voluto farne dono all’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini che il 14 ottobre 1984, nel 40° della liberazione, visitò il capoluogo grizzanese.

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